La filiera corta: dal passato, una strada per il futuro dell’agricoltura sostenibile

Si fa strada, in questi ultimi anni, l’idea che lo sviluppo tecnologico e infrastrutturale possa portare in tavola ogni giorno prodotti agricoli provenienti da qualunque parte del mondo, con prezzi sempre più bassi. Contemporaneamente, le tante contraddizioni di questa spinta ad avere “tutto e subito” inducono molti consumatori e molte aziende agricole italiane a recuperare e promuovere un processo importante: la filiera corta.

La filiera corta – che riduce il numero di “passaggi” tra consumatore e produttore, e che può arrivare fino al contatto diretto tra essi – è un processo ricco di benefici per i prodotti che non necessitano di processi di trasformazione come quelli ortofrutticoli freschi. Le filiere corte sono indipendenti dalla grande distribuzione e si basano sulla produzione locale: non sarebbe possibile infatti garantire una consegna tempestiva se il produttore non fosse geograficamente vicino (o facilmente raggiungibile da luoghi un po’ più lontani). Indispensabile per un buon funzionamento dei processi a filiera corta è anche il rapporto di fiducia e di solidarietà tra produttore e consumatore, che spesso condividono tradizioni e identità territoriali: solidarietà non vuol dire “sostegno incondizionato”, ma significa concedere all’altro più spazio per vivere al meglio il proprio ruolo. Il consumatore di prodotti a filiera corta sarà infatti consapevole dei limiti alla produzione che comportano la stagionalità e l’utilizzo di metodi di coltivazione più rispettosi della terra. Difficilmente si troveranno i cavolfiori ad agosto, così come potrà capitare che la quantità prevista di un certo ortaggio sia ridotta a causa di avverse condizioni meteo. Così anche il coltivatore saprà che il consumatore è oggi attento a molti aspetti che vanno oltre “l’estetica” di un ortaggio, e investirà tempo, attenzione e risorse per rispettare i valori che portano una persona oggi ad acquistare prodotti del suo territorio in un momento storico in cui sembra possibile ottenere tutto e subito in qualunque momento dell’anno e da qualunque paese del mondo.

Nel cuore della Piana del Sele – una delle aree a maggiore vocazione agricola della Campania – un gruppo di aziende locali ha lanciato un progetto a filiera corta molto speciale: “Sapore Maggiore” è un’iniziativa che permette ai consumatori di acquistare frutta e verdura locali, prodotte seguendo i principi dell’agricoltura sostenibile, senza intermediazioni, direttamente dai coltivatori. Ogni settimana, un “box” di cartone pieno di ortaggi e frutta freschi viene consegnato a domicilio a chi vuole portare in tavola prodotti raccolti direttamente per loro il giorno prima o poco più. Le aziende agricole che contribuiscono alla “composizione” del box appartengono per di più alla Organizzazione di Produttori (OP) “Solco Maggiore”. Tutte producono ortaggi e frutta coltivando i terreni con metodo integrato o biologico, dal cavolfiore della Piana del Sele al carciofo romanesco, dai finocchi alle indivie, e molto altro. Chi vuole può prenotare il suo box sul sito di Sapore Maggiore, dove è disponibile l’elenco di prodotti di quella consegna, e il mercoledì successivo riceverà la nostra cassetta in cartone direttamente a casa. La filiera corta offre vantaggi ai consumatori, ai produttori e all’ambiente: i consumatori entrano in contatto diretto con chi produce, raccoglie, confeziona ed infine distribuisce l’ortofrutta che viene consegnata a domicilio. I produttori riescono a guadagnare di più dal loro lavoro, e sono più liberi di investire sulla qualità e sulla varietà invece che sulla semplice quantità. La terra beneficia di metodi più rispettosi del suo equilibrio, di una maggiore rotazione delle colture e della produzione di specie ortofrutticole “minori” che non potrebbero reggere il passo con le richieste pressanti della grande distribuzione ma che sono la gioia di tutti coloro che amano scoprire sapori nuovi…e recuperarne di antichi.

 


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